tipo di intervento: concorso di progettazione
anno: 2011
luogo: Istanbul
progettisti: Alberto Baratelli / Tommaso Rossi Fioravanti / Fabiola Gorgeri / Lorenzo Tognocchi / Guia Baratelli
collaboratori: Nicola Scaramuzzi / Simone Catania
Il complesso, situato nei pressi dell’aeroporto internazionale Ataturk, ospiterà un centro attrezzato con tecnologie e mezzi adeguati per preparare la popolazione ad un eventuale disastro naturale e cercherà di sviluppare e sensibilizzare la coscienza pubblica riguardo le diverse calamità attraverso la sperimentazione, anche fisica, degli stessi. L’area è caratteristica di molte conurbazioni periferiche metropolitane dove alla scarsa qualità di un’edilizia rarefatta e disomogenea si aggiunge la mancanza di attività pubbliche e di interesse collettivo; il lotto si presenta come un luogo urbano privo di identità propria, una sorta di svincolo posto tra una viabilità di servizio locale in previsione e una più importante di collegamento urbano.
Si è trattato di progettare una struttura altamente qualificata e specialistica rivolta non solo a esperti del settore ma a diverse categorie e fasce di età; un centro inteso quale luogo di compartecipazione e di fruizione libera. Per recuperare il valore e il senso dello spazio pubblico, il complesso pur netto e regolare non è pensato chiuso in sé stesso ma come aperto e percorribile, non solo finalizzato all’informazione e all’arricchimento culturale ma anche all’incontro e allo svago. Per questo tutto il museo è organizzato lungo un piano inclinato su cui si snoda una serie di funzioni individuate da volumi singoli alternati a zone open space e a tutta altezza.
Il richiamo esplicito all’emergenza ha guidato le scelte di base della composizione: due grossi volumi trapezoidali contenenti l’auditorium e le training performances con teatro all’aperto, si incuneano uno sull’altro e sovrastano il lato di ingresso completato dalla sfera del planetario e dalla quinta spezzata degli uffici con un rimando all’immagine forte del cataclisma e dei sommovimenti tellurici. Tutte le attività di servizio (scale di sicurezza, toilettes, guardaroba, corridoi) sono comprese all’interno della struttura portante in acciaio che supporta un doppio rivestimento vetrato previsto con diversi gradi di opacità e di schermature per garantire all’interno un controllo ottimale della luminosità. La lunga galleria vetrata mantenendosi sospesa segue il profilo non perfettamente lineare del terreno lasciando intravedere il gioco dei volumi interni in corten e cemento instaurando così un rapporto dialettico tra i materiali che richiamano i colori della terra e i diaframmi vitrei che rispecchiano l’azzurro mediterraneo del cielo.