superficie: 2.800 mq
anno: 2003
luogo: Parco di Cisanello, Pisa
progettisti: OAB – Ferrater & Asociados/ Tommaso Rossi Fioravanti / Alberto Baratelli / Fabio Magri / Margherita Primangeli
strutture: Giulio Giubbi architetto
pubblicazioni: 2004 – AAVV. Una nuova centralità urbana. In: Concorso per la nuova sede della Provincia di Pisa, edizioni ETS, p. 38-43
2003 – AAVV. Nuova sede dell’Amministrazione Provinciale di Pisa nel Parco Urbano di Cisanello. In: d’Architettura, rivista Italiana d’architettura n.21, p. 56

Il concorso in due fasi prevede la progettazione delle nuove sedi della Provincia, del Comune e del palazzo di Giustizia in un area periferica tipica delle città italiane.

Il principale obiettivo della proposta è stato quello di creare un nuovo luogo urbano nel quale gli edifici pubblici possedessero importanza e riconoscibilità, senza però sconfinare nella monumentalità, proponendo un rapporto privilegiato con l’intorno. Per ottenere ciò si è deciso di impostare tutto il complesso al di sopra di una sorta di piattaforma verde rialzata che, oltre a offrire una nuova percezione dello spazio circostante, permettesse di occultare la vista di tutte le funzioni di servizio (parcheggi, impianti, archivi) rendendo la loro fruizione comoda ed efficiente.

L’impostazione di questa piattaforma, raccordata alla quota della strada con leggere pendenze del terreno, ritrova la memoria di tracce minori del tessuto agricolo, elementi che hanno segnato la vita e l’economia del luogo, stabilendo la connessione dell’area al tessuto circostante. Queste tracce, intersecandosi al nuovo asse longitudinale, individuano la geometria di percorsi, piazze, edifici, vasche d’acqua, cesure luminose che ritmano lo spazio configurando però un’immagine unica del complesso. Dal punto di vista architettonico l’intervento prevede la localizzazione di quattro elementi principali e caratterizzanti: la piazza, il palazzo della Provincia, la biblioteca e il Comando di Polizia.

La biblioteca, costituita da un alto blocco traslucido, dialoga contemporaneamente con i monti e con il fiume. Il blocco dell’emeroteca è invece pensato per creare al proprio interno un ambiente riservato, lontano dal movimento e rappresenta all’esterno l’elemento solido che accoglie e permette la chiusura della quinta, inquadrando con la biblioteca la facciata dell’edificio della provincia.

Quest’ultimo, per evitare eccessive dimensioni che sarebbero andate a stridere con l’edificato circostante, è stato scomposto in quattro stecche, permettendo così di conferire al complesso ulteriore complessità e articolazione; una piastra al piano terreno completamente vetrata collega i vari corpi e funge al contempo da elemento di rappresentanza.
La scomposizione dell’edificio in vari corpi di fabbrica ha inoltre il fine di aumentare la flessibilità della struttura, permettendo cambi di “destinazione d’uso” per singoli blocchi.